Untori vecchi e nuovi. Untori da sempre

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Il tempo dei coronavirus

Questo tempo che stiamo vivendo, che potremmo definirlo il tempo dei cornavirus, più specificamente ora del COVID-19, ci impone di tenere in massimo pregio l’ausilio che a ognuno di noi offre la parte razionale della nostra mente; dal momento che quella emozionale non aiuta molto.

Se manterremo a lungo tale impegno , gli umani, le società, le istituzioni, i governi degli Stati potrebbero uscire migliorati da questa che ormai si appalesa come inarrestabile e dannosissima pandemia mondiale.

La curiosità della specie e il suo conflittuale divenire

L’umanità, dacchè si abbiano notizie su di essa, a qualsiasi latitudine e longitudine si è dotata, proprio per la conformazione naturale della specie, di una crescente curiosità, individuale e collettiva di conoscenza che l’ha portata a mettere sotto la lente di ingrandimento gli accadimenti, in una parola il mondo esteriore nel quale si è incontrata per venirne a capo, sia per la soddisfazione dei bisogni primari, sia per assecondare le aspirazioni di altra natura.

E’ fuor di dubbio che l’umanità, nel corso dei millenni, ha sviluppato, nelle diverse regioni del pianeta, proprie conoscenze, modi di organizzarsi originali, civiltà capaci di sopperire alle bisogna, relazioni sociali specifiche, che nelle loro intrinseche differenze evidenziano tuttavia l’ansia di conoscenza propria dell’uomo .

E’ altrettanto noto che in ogni parte del mondo le singole civiltà si sono accompagnate a differenti modalità di relazionarsi di fronte ai fenomeni naturali, sviluppando risposte differenziate, talora escludenti ed opposte rispetto alle risposte di altre popolazioni.

Qui tralascio volutamente ogni riferimento storico alle permanenti conflittualità proprie del genere umano ed alle cause remote o prossime. E’ l’impegno inesausto degli storiografi.

Ne farò, tuttavia, un rapido accenno nel corso delle riflessioni, per il periodo che stiamo vivendo, volendo stare al tema dell’articolo.

L’umanità e il contagio da COVID 19

E’ ormai divulgato, come accertato e risaputo, che il COVID-19 si e’ manifestato in Cina nella provincia occidentale di Ubei, e virulentemente nella città di Wuhan, con popolazione di 11 milioni. E’ stato altresì divulgato, come non più occultabile, che dalla fine di dicembre 2019 il coronavirus, neo SARS-2 si andava diffondendo nella città procurando centinaia e, presto, migliaia di vittime.

Venivano disposte dalle autorità centrali misure di isolamento totale di tutta la popolazione della provincia, circa 60 milioni di persone. La laboriosità cinese mostrava a tutto il mondo la capacità di realizzare in pochi giorni un intero ospedale, la resilienza di quella popolazione apparve esemplare.

Il numero dei contagiati andava crescendo, come pure il numerodei morti, che ufficialmente si sarebbe assestato attorno alle 3,5 mila unità, a fronte di oltre 80 mila contagiati.

Da parte di governi europei vennero inviati materiali di contrasto al contagio, quali mascherine ed altro.

Verso la fine di febbraio 2020 i casi di contagio si erano ridotti a poche unità, fino a scomparire nella seconda settimana di marzo. La quarantena venne pian piano allentata e ad oggi la città si avvia a riprendere la vita e le attività abituali.

Nel resto della Cina grazie alle precauzoni prese in quella provincia si verificarono pochissimi e circoscritti contagi, stando alle notizie emerse.

La Corea del Sud intraprese proprie iniziative, individuando precocemente gli infettati attraverso un uso massiccio di tests e l’isolamento delle persone contagiate. A fronte di migliaia di contagiati i morti si attestarono a meno di 100.

Il contagio si diffonde nel mondo

Nel frattempo in Europa e, nello specifico in Italia, si verificava che una coppia di turisti cinesi, presenti in un albergo di Roma, accusava sintomi da coronavirus, tosse, febbre e insufficienza respiratoria; prontamente, i due turisti venivano ricoverati all’ospedale Spallanzani, attrezzato per far fronte alle malattie infettive. I due turisti avrebbero lasciato l’ospedale dopo 4 settimane, guariti.

Tuttavia il 23 febbraio un cittadino italiano che risiedeva a Codogno, cittadina in provincia di Lodi, nella regione Lombardia, la più densamente popolata d’Italia, aveva manifestato sintomi del contagio. Era il contagiato 1.

La fonte del contagio rimaneva incerta, forse un imprenditore cinese in buona salute incontrato in un ristorante ma arrivato da Wuhan attraverso un volo con scalo intermedio, quindi non proibito; o forse un cittadino tedesco, anch’esso incontrato e risultato positivo al virus.

Di fatto era l’avvio dell’epidemia da coronavirus nel nostro Paese.

Non riporto nel dettaglio le iniziative del governo incerte sia nel tempo che per i luoghi, volte a contrastare il contagio e dirette ad un distanziamento sociale vieppiù accentuato, indistinto e atemporale.

In sostanza il confinamento della popolazione in casa, prima in Lombardia poi nell’intero Paese, fino al completo blocco anche delle attività non strettamente essenziali disposto due giorni addietro.

La carenza nei presidi ospedalieri della idonea quantità di unità di terapia intensiva, con respiratori, ventilatori o altri dispositivi per far fronte alle crisi respiratorie, soprattutto fra gli anziani, il decesso di 6000 persone, di cui 17 fra medici infermieri in mancanza di un nuovo vaccino da elaborare ha posto in gravissima crisi il modello sanitario, pur della regione meglio attrezzata, nonché ha ccresciuto il dubbio sulla efficacia dei metodi di contenimento e di contrasto dell’epidemia.

In Lombardia è il maggior numero di contagiati e deceduti. A seguire Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Marche. Ma non v’è regione senza contagio.

Un numero di morti superiore a quello registrato in tutta la Cina. Nel mentre le persone diagnosticate come contagiate sono circa sessanta mila, e i dimessi già alcune migliaia, per converso viene stimato un numero di contagi non diagnosticati da 5 a 10 volte maggiore; da qui l’inasprimento delle misure di distanziamento sociale avviate 2 settimane orsono.

Nel report giornaliero da parte della Protezione Civile, alle ore 18, si danno i numeri del contagio e si risponde alle domande dei giornalisti, ma non si offrono certezze né prospettive, ribadendosi le due raccomandazioni di stare ognuno ad almeno 1 metro di distanza dall’altro e di lavarsi spesso le mani. Ovviamente restando a casa, salvo spesa farmacia e poco altro.

Dopo due settimane dall’inizio dell’isolamento, ieri per la prima volta le morti e i contagi giornalieri sono diminuiti. Anche oggi meno morti e contagiati diagnosticati.

Altrove, fuori Italia, si manifestano contagi del medesimo tenore e le misure di contrasto si vanno somigliando tutte.

A fronte di questa pandemia che registra ad oggi oltre trecentomila contagi dignosticati la Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomanda tests, tests e tests igiene personale e distanziamento sociale; gli Stati hanno per lo più chiuse le frontiere aeree e terrestri, vanno sviluppando produzioni interne di mascherine, respiratori, etc. ove possibile.

Ma l’incertezza è generalizzata, soprattutto fra le popolazioni che sentono messaggi incoraggianti dei governanti anche laddove le strutture sanitarie sono del tutto inadeguate o già collassate.

Risposte di finanza nell’area euro

A fronte della inarrestabile pandemia, dopo alcune inappropriate esitazioni in seno alla BCE, è intervenuta la presidente della Commissione Europea, su insistenza dell’Italia e forzata capitolazione della Germania, dichiarando che il patto di stabilità è sospeso e che gli Stati possono spendere le somme occorrenti per far fronte al coronavirus.

Si prevede che si dovranno iniettare in Europa circa 2 mila miliardi di euro per sostegno di ogni tipo. Per colpa o grazie ad un coronavirus è caduto un tabù che durava da dieci anni, quello del 3%, limite invalicabile, rapporto deficit PIL.

Fin qui, un riassunto assai sintetico degli avvenimenti, come riportati nei media ufficiali e meglio accreditati.

Intanto sui social

Sui social, al sorgere del contagio si avviano dubbi,si manifestano, si confrontano e si scontrano notizie , argomentazioni, tesi, rivelazioni, pronostici, avvertenze, consigli e raccomandazioni di ogni tipo.

E’ un fiorire di iniziative giornalistiche individuali, di tutorial, di conferenze, di audio e video che diffondendosi su Internet indicano verità dissimulate e non disvelate sulle cause della pandemia, argomentano su i veri motivi e le finalità sottese al propagarsi del nuovo coronavirus, pronosticano financo guerre e mutamenti radicali nelle governances mondiali,in buona sostanza una congerie di interrogativi, dubbi ed anche verità alternative.

Se pare accertato che la SARS fu dovuta a virus da allevamenti di civetta in Cina e che la MERS era relazionata all’uso del latte di cammello in Arabia Saudita, tantè che tolta la causa originatrice le due epidemie poterono contenersi, è invece tuttora incerta l’origine della pandemia COVID 19 che corre e corre.

Forse animali quali pipistrelli, pangolini, ricci e serpenti, costretti in gabbia o venduti morti in un mercato di Wuhan, che naturalmente ospitano i coronavirus e che con la manipolazione o il consumo si sono attecchiti all’organismo umano; la promicuità fra animali e l’assenza di precauzioni igieniche sarebbe quindi la causa che ha scatenato l’epidemia.

Queste argomentazioni, incerte e prive di riscontri scientifici venivano messe di lato non appena l’epidemia si diffondeva verso l’Europa.

Lo studio del virus rivelava intanto una sorta di specificità rispetto ai coronavirus finora conosciuti.

Perchè ecludere, allora, una ibridazione ad opera di ricercatori e virologi nell’intento di realizzare un vaccino? Perchè escludere poi l’errore umano in qualche laboratorio cinese, anzi propriamente di Wuhan, per il quale il virus era accidentalmente fuoriuscito da provette contaminate?

Anzi, sull’esistenza di coronavirus ibridati viene rammentata una pubblicazione del 2015 su Nature, ad opera di un ricercatore cinese.

Insinuazioni a distanza da USA e Cina

E’ propriamente un virus cinese quello che sta invadendo il pianeta e la Cina ha omesso a lungo di allertare, sostiene il presidente degli USA Trump.

Gli risponde la Cina per bocca di un alto funzionario del ministero degli Esteri, domandando se le polmoniti anomale già manifestatesi in novembre negli USA fossero state causate da coronavirus, ma considerate mera conseguenza di semplice influenza.

Al riguardo diffonde un video- intervista in inglese e cinese ove si considera questa eventualità per bocca degli stessi esperti americani.

E ricordano, i cinesi, che a Wuhan, poco prima dell’inizio della pandemia si svolse la settima edizione dei giochi militari cui parteciparono anche gli americani.

Insomma una nemmeno celata accusa di volontaria progazione del virus a danno della Cina.

Il ritorno dei complottisti

Una occasione troppo ghiotta per i complottisti ideologici o di mestiere: un nuovo ordine mondiale con a capo gli USA ed i suoi illuminati neoliberisti e infinitamente ricchi.

Il virus diventa allora il veicolo ideale per rompere concorrenze industriali tecnologici, di mercato e finanche di natura ideologica e religiosa.

La Cina può essere messa alle corde, l’Europa può essere sollecitata a rifugiarsi nei vecchi confini nazionali, l’Iran può ritornare nell’area di influenza americana col ribaltamento del regime, sotto sanzioni , impreparato a sostenere l’impatto del virus ma pur sempre desideroso di avere la propria bomba atomica, per assicurarsi la leadership in quell’area medio e centroorientale tessendo minacce nei confronti del nemico di sempre, Israele.

Le convergenze di interessi della Russia di Putin e degli USA di Trump sono evidenti anche se in apparenza ci sono screzi.

Rielezione assicurata

Si dà per acquisita la vittoria di Trump alle prossime elezioni, a fronte di un Biden privo di appeal e di programmi consistenti; v’è poi sempre appesa la questione degli affari presuntivamente illeciti, nell’Ucraina che abbisogna di un appoggio concreto contro le mire della Russia.

Valutazioni dei think thank, sottigliezze e previsioni geopolitiche

Si allargano i commenti e le insinuazioni di menti elette e di autorità riconosciute in campo geopolitico e finanziario.

Il virus sarebbe il prodotto di questa lotta per il potere e per il predominio nel mondo.

Diventa di assoluta evidenza che gli USA si gioveranno di questa crisi potendo essere anche in America Latina gli unici a sopperire alle incombenti straordinarie necessità di aiuto.

Ed è così assicurata la definitiva sua leadership anche in quel continente.

Ma i morti negli USA per il virus? Essi sarebbero un piccolo effetto collaterale ben valutato, che presto sarà superato, i fatti lo dimostreranno.

Non è forse vero che assai presto gli USA disporranno del vaccino?

Intanto Trump ha disposto di iniettare nell’economia due mila miliardi di dollari assicurando che si faranno a tutti il test; il virus è stato anche un ottimo pretesto per chiudere ogni frontiera.

Tralascio, volutamente di riferire sulla asserita necessità di contrastare l’avanzata della Cina in Africa ove territori intieri sono stati compravenduti ed ove si trovano le uniche risorse minerarie occorrenti nelle strumentazioni tecnologiche più avanzate, vedi il coltan.

Come si vede, c’è molta materia da studiare e da capire ed in questo si cimentano gli esperti che ora più che mai hanno la ghiotta occasione di un coronavirus infettante dalla inesplicata origine.

Su social di minore diffusione e di non così elevata, supposta reputazione, si insinua il dubbio che il virus è stato lo strumento ideale per una sorta di eugenetica naturale, giacchè le persone anziane sono quelle a maggior rischio di morte; che tale sfoltimento è necessario agli Stati che hanno un grande peso finanziario di welfare, che, in definitiva, una popolazione più contenuta e giovane è quello che occorre perchè l’economia, com’è impostata oggi,non collassi.

Timori e supposti effetti per le popolazioni

Si osserva anche che il coronavirus è stata una sorta di prova generale di controllo della popolazione e di ripristino di una sorta di potere feudale; insomma una schiavitù nuova ben accettata sotto il patto di una nuova sicurezza.

Sono state mandate in onda, per il momento sommessamente , servizi giornalistici dall’ America Latina da dove giungono giudizi della gente comune sul coronavirus e sulle misure che colà si vanno adottando: sono sempre i poveretti quelli che dovranno pagare per questi intrallazzi, è la sintesi estrema e ricorrente.

Su social individuali e di gruppo si sprecano notizie sull’efficacia di alcuni farmaci ma che non vengono usati, perchè così vuole la big farma; ed anche consigli sull’uso delle mascherine, che, viene detto e spiegato, non servono nella vita quotidiana; ed ancora sulla pulizia dei vestiti e delle scarpe, su come alimentarsi per sconfiggere batteri e virus, su come mettere sotto controllo abitazioni, stanze, mobili,etc etc. su come liberarsi dal virus liberando la mente.

Chi più ne ha, più ne metta.

Serve superare questa impasse

La favola di Esopo sul lupo e l’agnello può sempre ricorrere come esempio di condotta fra individui, società e Stati e la storia purtroppo ne è conferma.

Francamente insinuare il sospetto di una artefatta diffusione del virus per stabilire, una volta per tutte, un nuovo ordine mondiale a scapito di Cina ed Europa mi sembra non solo azzardato ma anche assai pericoloso per la gestione della convivenza mondiale.

I ragionamenti e le argomentazioni complottistiche vogliono forse smascherare questi insensati e pericolosissimi piani di unica governance ultraliberista allertando il mondo?

Vogliono influenzare le popolazioni per un ritorno alle sovranità piccole e grandi ma che poi, inevitabilmente, si troveranno intrecciati in conflitti senza fine e in ricorrenti crisi, quelle sì gravemente impattanti sulle popolazioni?

Vogliono esaltare le libertà individuali a fronte del nuovo ordine mondiale che ora prova, per la prima volta, a comprimerle a livello planetario?

Che altro?

Propensione al pensiero semplice e le sue pericolose contraddizioni

E’ connaturale ritenere buono ed accertato quello che viene detto quando esso più corrisponde alle nostre idee e convincimenti, comunque formatisi o quando esso fa parte del senso comune.

Ma ciò non vuol dire che il divulgato corrisponda alla cd verità dei fatti. Occorre, dunque, stare attenti a non cadere nella tela, sempre predisposta dal ragno del pregiudizio e dell’ignoranza.

Prendiamo l’esempio più attuale e impattante, quello del cambio climatico che la massima parte degli scienziati vede da diversi lustri come conseguenza diretta dell’eccessiva impronta delle attività umane sul pianeta.

Per chi, come me, accede a detta tesi, il miserevole fiasco del COP 25 nel dicembre scorso a Madrid, denota tristemente l’inadeguatezza delle governances a fronte dei consolidati interessi fossilizzati e supernazionali.

Per i negazionisti è stata una ottima occasione per rivedere conclusioni ideologiche, non provate. Ancora inascoltata la voce di quella Greta Thumberg, nel vulgo conosciuta anche come Gretina, scioperante ogni venerdi dalla scuola perchè accovacciata davanti al parlamento svedese con un cartello esplicativo.

E’ bastato, però, il COVID 19 e ciò che va imponendo a livello globale per evidenziare la fondatezza delle avvertenze: sopra la Cina e sopra la Lombardia la contaminazione con la forte carica di CO2 è diminuita a vista d’occhio, anzi a vista di satellite!

Continueranno i negazionisti a negare l’evidenza ovvero si convertiranno in assertori dell’urgenza di riconvertire i nostri sistemi produttivi e commerciali e di improntare i nostri comportamenti alla sobrietà rispettosa dell’ambiente?

La forza intrinseca del dubbio critico

E’ da apprezzare e da mantenere il pensiero dubbioso e critico; meglio sarebbe a dire il pensiero curioso; senza di esso l’umanità sarebbe ancora all’età della pietra e penso che nessuno vorrebbe ritornarci.

Un mondo fatto di certezze sarebbe un mondo fermo, che non progredisce, che anzi occulta e reprime il pensiero alternativo, anche quando esso fosse capace di dare un meraviglioso e talora inaspettato impulso beneficioso per l’intera umanità. Certezze di cui si cibava, distribuendole, anche l’accreditato e pseudo scienziato aristotelico, certo don Ferrante, negatore della peste anche quando ne fu colpito e morì.

Le buone conseguenze del frutto della conoscenza

Occorre sempre cibarsi di quel frutto che ci apporta, singolarmente ed ora, quasi prodigiosamente, a noi umani di tutto il pianeta, il dono appetitoso di consapevolezze e conoscenze condivise.

Occorre tralasciare, perchè impeditivi e dannosi, le insinuazioni, i dubbi e i giudizi che emotivamente o ideologicamente ci raggiungono giornalmente attraverso le nuove tecnologie della comunicazione mondiale. Non è facile gestionarli, per questo siamo chiamati a maggiore riflessione, discernimento e studio.

L’ignoranza prima fonte di ogni pregiudizio e causa di gravi conseguenze

L’ignoranza è l’unica e vera fonte di ogni pregiudizio. Durante la peste bubbonica di Milano del 1630 bastava gridare all’untore perchè il malcapitato fosse arrestato, torturato e dichiarato reo confesso. E’ quanto successe certamente in quel 21 giugno ai poveri Guglielmo Piazza, commissario di Sanità, e Giangiacomo Mora barbiere, su denuncia di una certa Caterina Rosa. E i giudici, sotto l’impulso della peste accontentarono la popolazione, convinti o no che l’infermità era stata diffusa dai quei due poveri disgraziati.

Và… và untorello, non sarai tu che spianti Milano, è il commiato del monatto a Renzo, che salito sul carro dei morti appestati ringraziava, per essere così sfuggito ad una folla urlante e minacciosa .

Quel monatto, già appestato e guarito, lavoratore della sanità a contratto mensile, ben conosceva la verità dei fatti e odiava dal più profondo del suo essere quella plebaglia inferocita, ignorante, superstiziosa e senza valore. Oggetto peraltro, di desolante e spregiudicata spoliazione .

Già nel secolo xv l’arcivescovo di Palermo, certo Niccolo Tedeschi raccomandava: quanto più il delitto è grave, tanto più le presunzioni devono essere forti; perchè dove il pericolo è maggiore bisogna anche andar più cauti.

Raccomandazione questa dimenticata nella Milano della peste ove anche nell’inquisizione era permesso al giudice torturare e oltrepassare le regole del diritto per confermare come veritiera una cosi grande falsità.

Convincimenti sotto preda di ignoranza e di ideologie che hanno portato nel corso dei millenni a giustificare guerre di ogni tipo, facendo salvo il non encomiabile diritto del lupo a mangiarsi l’agnello reo per se stesso o per i suoi progenitori di sporcare dal basso l’acqua di un ruscello.

Lo sforzo di mantenersi liberi

Liberi, manteniamoci liberi con ogni sforzo, anche liberi di diffondere la nostra emotività , ma per favore sforziamoci anche di mantenerci vigili e razionali, di studiare ed approfondire la conoscenza dei fenomeni e dei comportamenti; solo così potremo pretendere di non essere presi per i fondelli da chicchessia, sbugiardando e mettendo alle corde ove occorresse, tutti assieme, i cd poteri forti del nostro mondo.

Un accorato appello

Non rendiamoci seppur inconsapevolmente partecipi, in nessuna circostanza, condizione od esperienza vissuta , né per convinzione ideologica, morale, scientifica o religiosa nella costruzione altre colonne infami!

23 marzo 2020


2 comments / Add your comment below

  1. Penso seriamente che ciò che scrivi dovrebbe trovare maggiore divulgazione, magari presso qualche importante testata giornalistica o atteaverso interventi video in qualche trasmissione tv. Complimenti per la profondità e la chiarezza di quanto esprimi!!!

    1. Cara Laura, la mia vuole essere una semplice testimonianza di impegno civile, in una società che stenta da noi, come altrove nel mondo, a mantenere alto il valore dello studio, della conoscenza e del confronto delle idee.

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