Diciamo madre terra e non padre terra in tutte le lingue del mondo perchè ci è del tutto evidente che essa è capace di dare, assicurare, proteggere e sviluppare la vita, proprio come una madre verso i suoi figli.
Dal padre ci si aspetta altre relazioni e risultati, sicchè abbiamo inventato la parola padreterno!
Contingenze e paure
Nel clima di diffuso allarme da coronavirus l’accudimento di medici infermieri e volontari nell’assistere i contagiati anche a rischio personale ci rende grati e benevoli verso di loro e ci rassicura, in parte, sulla capacità collaborativa della specie umana.
Le scene da panico evidenziano tuttavia che la paura per l’ignoto la fa da padrone e indirizza i comportamenti individuali verso la diffidenza e la stretta sopravvivenza al virus.
Tralascio volutamente le ordinanze i decreti ed i provvedimenti messi in atto dai poteri politici su suggerimento degli esperti od organizzazioni mondiali.
Il nuovo coronavirus da pipistrelli?
Sono molti gli sforzi per individuare i ceppi di questo COVID19; per approntare i vaccini ci vorrà tempo, si stima almeno 18 mesi, ma non è detto che i ricercatori riescano a produrne di efficaci; rimaniamo ancora scoperti di difese a fronte di altri coronavirus scatenatisi negli ultimi anni.
A proposito di ricerca ho letto recentemente, con mia sorpresa, che il Portogallo è il Paese ove le donne sono la maggioranza nelle facoltà scientifiche, il 57%; nella Germania il 38%, solo il 25% in Giappone. Seguono al ribasso negli altri Stati.
Sorpresa, perchè da comune stereotipo le donne non sarebbero propriamente portate agli studi d’impronta scientifica, ancor più nei paesi a minor sviluppo economico e sociale.
Ho allora cominciato a riordinare qualche idea, a proposito delle caratteristiche della ricerca scientifica e di cosa la preparazione richiede.
Studio, assiduità, tenacia, condivisione, intuizione.
Ecco, proprio l’intuizione e la condivisione: ed ho associato nell’immediato la condivisione che il genere femminile ha con la madre terra.
Per ciò stesso ho pensato che la genetica avvicina più le donne degli uomini alle leggi, anche quelle non direttamente percebili della terra, piccolissimo granello ma esemplare dell’universo.
Invece, dalla notte dei tempi le donne sono state tenute fuori dalle intuizioni e dalle ricerche scientifiche, anzi la discriminazione è stata talora talmente forte da averle sacrificate di fronte al pensiero unico degli uomini, essi soli depositari della verità; anche nel campo religioso il vero depositario dovendo essere l’ uomo, il cd piccolo padreterno.
C’è bisogno di ricordare la fine di Ipazia d’Alessandria di Egitto, matematica, astronoma e filosofa, uccisa e fatta a pezzi da fanatici fautori delle loro verità pseudo scientifiche e religiose?
L’ambito oscuro e misterioso, quello delle sacerdotesse oracolanti era quello più appropriato al genere femminile, non oltre. Le diavolerie, insomma.
Verso una grande scommessa
Ai nostri giorni, quasi ovunque superata la distinzione di capacità indagativa della mente umana fra uomini e donne, si registra una partecipazione sempre più numerosa delle donne nelle attività di ricerca nei diversi campi delle scienze; tuttavia sono ancora pochi gli esempi ove le direzioni delle ricerche sono amministrate e condotte da donne.
La riflessione sulla più stretta prossimità delle donne alle leggi della natura potrebbe condurre ad una accelerata riconversione della organizzazione scientifica.
Chi, per esempio fondante, meglio di una donna in gravidanza può avere intuizioni, sensazioni, consapevolezze sul proprio stato, sulle reazioni e sui mutamenti che intervengono all’interno del suo corpo e della sua mente?
La fisiologia attorno alla gestazione sviluppata da scienziati uomini ha apportato descrizioni e conoscenze sistematiche del processo ma nulla ha rivelato sull’intima relazione intercorrente fra la futura madre e il feto.
Intuizione e condivisione che la gestante è capace di chiarire perchè è la sola in grado di calarsi in essa e di approfondirne il senso.
Una riflessione che mi fa auspicare un coinvolgimento preminente delle donne nelle scienze; se saranno in molte a ricercare guardando con quel sentire proprio del genere femminile, la ricerca forse si indirizzerà a meglio riconoscere le proprietà che fondano le basi dei fenomeni naturali, oserei dire specialmente di quelli più coinvolgenti il sorgere e lo svilupparsi dei processi vitali od anche para-vitali, quali sarebbero quelli dei virus e dei coronavirus che in questi tempi così tanto preoccupano.
Non si tratta di un allargamento della partecipazione e basta, è per così dire una grande scommessa da una piccola riflessione, che non vorrei restasse solo mia.
Febbraio 2020