Nizza fra Italia e Francia
Il 14 luglio e’ festa nazionale in Francia; la presa della Bastiglia fu l’avvio della rivoluzione nel 1789 e di un percorso nuovo, accidentato ma nuovo per gli Stati nell’Europa dell’illuminismo, delle scienze e delle applicazioni tecnologiche, della nascita del pensiero liberale e delle costituzioni.
Anche a Nizza, citta’ di circa 300 mila abitanti sulle coste del mediterraneo, si e’ celebrata la ricorrenza ed a sera i fuochi artificiali sono stati un richiamo irresistibile per decine di migliaia di persone, nizzarde o venute da fuori.
Garibaldi e Nizza
Nizza e’ sempre stata per me una sorta di prolungamento del territorio italiano, ancor oggi, dopo più di 150 anni da quando essa, col suo territorio circostante, fu ceduta dai Savoia a Napoleone III , quale ricompensa per l’aiuto nella guerra di indipendenza contro l’Austria.
Questo sentimento l’ho nutrito a motivo principale che in quella città era nato Giuseppe Garibaldi, uno dei pochi eroi italici che ho ammirato senza riserve.
Il suo ritiro in povertà a Caprera e’ stato per me prova inconfutabile del valore di quell’uomo, bandito e galantuomo, laico e combattente per le libertà’ compresse dal potere, nella penisola e altrove, nella lontana America del Sud.
La festa e la strage
A Nizza, dunque, si accendono i fuochi d’artificio , gente di ogni eta’ assiste lungo la promenade des englais.
Verso la fine dello spettacolo si scatena un’assurda mattanza ad opera di un tunisino di 31 anni .
A bordo di un camion, quel giovane terrorista, superata la vigilanza con la dichiarata finalità di vendere gelati, investe e uccide 84 persone e ne ferisce centinaia, zigzagando ai lati della promenade per calpestarne il maggior numero possibile, lungo un tragitto di quasi 2 km.
Alla fine viene freddato da colpi di arma da fuoco della polizia francese.
L’influenza dell’ISIS
La strage viene collegata alla campagna di attentati che l‘ISIS promuove ormai ovunque, ed in Europa, con ogni mezzo, anche con gli automezzi.
Il tunisino stragista e’ musulmano ma non praticante; non segue i precetti del Corano; ma si e’ radicalizzato in fretta ed e’ stato allettato dal richiamo del Daesh; fin qui la cronaca che cerca di dare spiegazione dell’origine dell’insano gesto.
Ancora una volta e’ colpita la Francia, con stupore, costernazione, dolore e partecipazione ; anche con paura, rabbia, voglia di farla finita con questi islamisti radicali.
Le riflessioni di natura politica e sociale sono in parte discordanti, ma indirizzate prevalentemente a mantenere gli attuali standards di libertà nell’Unione Europea, salva l’intensificazione dei controlli o, per la Francia la prosecuzione dello stato di emergenza, di altri 6 mesi.
Spettacolo pirotecnico
Fra le vittime vengono riconosciuti dopo 4 giorni dalla strage, 6 cittadini italiani. Uno di essi e’ un certo Casati, che con la sua compagna era andato a vedere i fuochi.
Mi ha colpito il fatto che avesse 90 anni. Un uomo di quell’età, ancora capace di godere dello spettacolo pirotecnico, mi ha suscitato emozione e nello stesso tempo un senso di consolazione e di speranza.
Violenza messaggi religiosi e godimento della bellezza
La violenza che si ammanta di un supposto messaggio religioso per far strage di innocenti, bambini compresi, non potrà prevalere, ne sono certo.
Fino a quando la vita verrà amata e goduta, anche nella allegra e infantile visione dei colori e dei tuoni dei fuochi d’artificio essa non potrà essere soppressa o cambiata in nome di un assurdo e malvagio ordine.
Il godimento della bellezza e dell’arte non potrà essere sminuito nè impedito e chi , a 90 anni, ancora riesce a godere assieme a tanti altri delle cose semplici e belle e’ baluardo contro ogni forma di intollerante violenza e mistificazione delle coscienze.
Ai prossimi fuochi d’artificio et vive la France!
19 luglio 2016