Las macrogranjas
Alberto Garzon è titolare di un dicastero che si occupa, in Spagna, di ciò che riguarda il consumo di prodotti , con le opportunità e i problemi ad esso connessi.
E’ di questi giorni la polemica insorta a seguito di certe sue dichiarazioni rilasciate al Guardian attorno ai problemi connessi alle enormi concentrazioni di bovini per la produzione di carne che viene prevalentemente esportata.
Carne di minore qualità, animali in condizioni insalubri, forte degrado ambientale, concorrenza sleale a danno degli allevatori a conduzione familiare od estensiva sono questi gli argomenti delle critiche al sistema intensivo spagnolo. Ne hanno preso le distanze , nella coalizione di governo i socialisti e nell’ l’opposizione tutto il centro destra e la destra estrema. C’è chi ne chiede le dimissioni.
Il povero ministro,anni 36, di IU (sinistra unita), difende le proprie posizioni e ricorda che anche altrove si vogliono proibire o smantellare le grandi fattorie che, ormai è provato, contribuiscono fra l’altro ad accelerare il cambiamento climatico del pianeta.
Sottofondo della disputa le elezioni nella comunità di Castilla e Leon, regione di allevatori e l’export spagnolo nel settore delle carni. Voti e soldi, in fin dei conti. Su YouTube gira la raccolta delle firme contro la installazione in Spagna di queste mega fattorie, le cui simiglianze rimandano, tuttavia, a quelle in cui noi umani, via via più numerosi e assommati scegliamo di vivere. Non c’è che dire, una bella ricercata contraddizione !
Le fattorie di animali- piccoli e grandi allevamenti
A conduzione familiare sono le piccole, marginali fattorie, ove prevalentemente gli animali sono allevati per tradizione in spazi bastante larghi e con cibo a produzione ambientale; la durata di vita di questi animali è segnata dai ritmi naturali di crescita e dal commercio di prossimità; nonostante la inesorabile generale brevità essi ci direbbero che hanno vissuto bene e che hanno avuto delle buone compagnie, finanche relazioni amorose… Il prezzo delle carni , più caro,risente per ragioni econonomiche del tipo di allevamento.
A conduzione industriale sono le grandi fattorie, dotate di moderne attrezzature e tecnologie, intensamente popolate ove ammassamenti corporali indistinti di animali o stabulazioni individuali sono in spazi ristrettissimi, a misura minima prevista per ogni specie allevata; l’alimento arriva da lontano , anche da molto lontano perchè costa meno approvvigionarsi.
Nelle mega fattorie i ritmi di crescita degli animali sono accelerati e la vita giunge al termine ancor più precocemente ; ciascuno di essi lotta per uno spazio minimo di sopravvivenza ovvero conduce una esistenza in assoluta privazione di contatto nello spazio esiguo assegnatogli dai gerenti . E il tutto si consuma a bisogno degli umani.
Le grandi fattorie umane – Hic manebimus optime?!
Se osserviamo le condizioni di vita di noi umani,oggi, vediamo che ci sono molte simiglianze alla vita degli animali allevati nelle grandi fattorie.
La crescita di popolazione ha prodotto, ovunque nel mondo, l’allargamento delle città e delle metropoli in conurbazioni senza fine; come fenomeno opposto, lo spopolamento di aree lontane o poco servite. Non disdegnamo, quindi, di vivere in mega fattorie, come quelle che costruiamo ove rifornirci di cibo e di carne.
Sono 194 le fattorie degli umani con distinte superfici e addensamenti di popolazione ; ciascuna ha sua propria bandiera , stendardi e codici identificativi; tutte hanno segnato confini o elevato steccati e muri , alcuni più alti altri più bassi, ma tutti sono sorvegliati e protetti per sconfinamenti o aggressioni provenienti da vicine fattorie.
In esse viviamo noi umani, abituati e docili quasi condividenti le fattorie degli animali che custodiamo.
Perchè anche noi vi siamo custoditi e appartenendovi siamo identificati , numerati e certificati. Fin da piccoli veniamo addestrati a viverci e siamo contenti e grati se in esse, parimenti agli animali da fattoria, troviamo o ci viene facilitato quanto ci necessita per vivere e vivere bene, fino all’ultimo. In fin dei conti siamo degli animali sociali, o no?
I padroni delle fattorie umane- I padroni di sempre- aggiornamenti necessari
A conduzione familiare sono le piccole, marginali e non affollate comunità che si ripartiscono propri spazi e risorse ; ne residuano in luoghi quasi inaccesibili, sono economicamente insignificanti ed esse scarsamente si relazionano con altre comunità-fattorie; in queste piccole fattorie di solito un padrone governa gli altri abitanti ma è sempre in procinto di essere sotto scacco se non dimostra di essere all’altezza del ruolo.
Ma sotto il cielo, ormai, noi umani viviamo in grandi conurbazioni a conduzione industriale organizzata secondo paradigmi per lo più simili e in queste fattorie diversi sono i padroni . E differenti sono le forme e i livelli di padronanza.
Ovunque è competizione per il potere.
E come da sempre, anche nelle immense fattorie dei nostri tempi, ciascuno cerca il proprio spazio di vita e di benessere; le popolazioni hanno regole assegnate da osservare per il mantenimento della pace sociale, sotto l’indefettibile necessità che la fattoria prosperi e che non ne sia minacciata l’esistenza. Bene supremo da preservare.
Ancor oggi, anzi oggi più di ieri abbiamo bisogno che la fattoria nella quale per sorte o per occorrenza ci troviamo assegnati prosperi e ci faciliti l’esistenza.
A tali scopi noi umani ci siamo organizzati , riconoscendo e delegando ad alcuni i poteri di conduzione e di elargizione.
Nuove forme di padronaggio ora sorgono e si consolidano per provvedere a dichiarati nuovi ed accresciuti bisogni della fattoria, di fatto per la protezione di quel sistema che si vuole mantenere.
Ma è la ripetizione innovativa della commedia umana e se accade, come già in ricorrenze storiche, che in fattoria le cose non vanno bene anche perchè i padroni di turno sono incapaci, corrotti o vogliosi solo di potere, e che le condizioni dei suoi abitanti diventano penose e inaccettabili, allora si produce l’avversione ai gerenti e attraverso combinate ed ostili azioni gli abitanti vogliono conseguire una nuova linea di comando, sperabilmente migliore e capace.
Nella rinnovata fattoria c’è il nuovo da farsi e gli umani appartenti ad essa sono chiamati a collaborare con adeguati nuovi comportamenti solidali; le deviazioni permesse non possono interferire con il benessere complessivo della fattoria i cui confini identificano e qualificano gli abitanti della fattoria stessa.
Le nuove libertà dei singoli e dei gruppi si esprimono e sono consentite secondo le regole dei nuovi reggitori e padroni che, si dichiarano ancora una volta impegnati a proteggere la vita, la sicurezza e le proprietà degli appartenenti alla fattoria. E, con i dovuti aggiornamenti, la storia della commedia umana si ripete su canoni di organizzazione sociale già sperimentati.
Saremo mai capaci di evolvere noi tutti abitanti delle 194 fattorie verso esperienze nuove e beneficiose di convivenza sociale coadiuvativa, allargata oltre i confini e gli steccati che i vecchi padroni ci hanno lasciato come pericolosa eredità?
La polemica attorno alle macrogranjas spagnole mi ha portato davvero lontano…
14 gennaio 2022