Cittadinanza e sport

miraggi

La 33esima olimpiade dell’era moderna si è da poco conclusa negli scenari di Parigi e di altre parti della Francia.

          Tutti a Parigi         

Una grande partecipazione di atleti di ogni parte del mondo ha offerto spettacolo ed emozioni coinvolgenti per il grande impegno individuale e di squadra sotto le bandiere di cittadinanza, eccezion fatta per Russia e Bielorussia per il mancato rispetto della pax olimpica.

Etnie mescolate in multiformi fisiognomiche per il conseguimento di medaglie attributive di un indiscutibile riconoscimento dell’eccellenza sportiva. Una festa di competizione ma di sostanziale rispetto, bello a vedersi.

Altra caratteristica di questi ultimi giochi olimpici è stata l’evidente importanza della cittadinanza rispetto all’etnia di origine degli atleti. Il pubblico  plaudiva ai  risultati sportivi conseguiti sotto la propria bandiera, a nulla rilevando il colore della pelle, l’orientamento religioso o altri elementi e fattori distintivi.  Attrattiva è stata soprattutto la cittadinanza di appartenenza.

Da qui una riflessione si impone: la cittadinanza è inclusiva specie quando essa è abbinata a capacità o abilità speciali ed uniche; nello sport, per esempio, come platealmente hanno fatto vedere le riprese televisive.

Ma non si discrimina quando si facilita l’attribuzione di cittadinanza, specie quella dell’ultimo minuto, a persone perché meritevoli? in tali casi attribuire la cittadinanza esulerebbe dal significato stesso che la parola enuncia .

Oltre alla naturale cittadinanza di nascita attribuita e riconosciuta, ci sono quelle  per scelta , da immigrazione, per cultura, lavoro, nuovi stati civili e gli Stati approntano svariate procedure di attribuzione e verifiche.

 Le leggi nei singoli paesi possono facilitare o rendere difficile ed osteggiare l’attribuzione di cittadinanza agli stranieri.

I sistemi politici adattano le loro leggi in materia secondo postulati di ideali, ideologici od anche convenienze di circostanza.

Si può attribuire la cittadinanza, fin da subito per coloro che sono ivi nati o dopo che lo straniero abbia raggiunto la maggiore età e voglia scegliere una cittadinanza diversa da quella dei genitori.

Ma si fa strada una variante che merita attenzione.

La discriminante del merito, vale a dire la cittadinanza attribuibile solo a quegli stranieri meritevoli di appartenere alla comunità nazionale perché ormai assimilati nella cultura, negli orientamenti religiosi, nelle relazioni parentali, nella conoscenza e nella pratica della lingua e così via è oggetto di discussioni che spesso nascondono pregiudizi.

Si può così dare cittadinanza anche tenuto solo  conto delle capacità contributive dei soggetti che la richiedono.

Insomma, questa prerogativa degli Stati di come e quando riconoscere o negare l’appartenenza identifica il tipo di società e le componenti distintive rispetto alle società di altri Stati.

Una cosa ci hanno insegnato le olimpiadi di Parigi: lo sport ha evidenziato diversità e mescolanze etniche sotto la stessa bandiera  relegando all’insignificanza le normative discriminatorie che impongono assetti politici  nazionalistici, autoritari o chiusi agli altri territori.

E’stata celebrata l’appartenenza e plaudita l’eccellenza. Ci vorrà tempo ma la libera scelta della nazionalità prima o poi dovrà essere un diritto dei singoli ed esercitando tale diritto verrà dato significanza e contenuto alla parola cittadinanza.

Montecatini 15 agosto 2024

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