Attorno alle proposte di limitare l’uso degli smartphones ai minori di 16 anni

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fra le rocce
fra le rocce

Dibattiti

E’ il momento dei dibattiti attorno alla regolamentazione dell’uso degli smartphones per proteggere la salute mentale dei minori; è fuor di dubbio che un uso improprio della finestra sul mondo degli umani può indurre comportamenti deviati specie dei minori che non hanno ancora sviluppato, data l’età, una propria personalità ed una capacità di giudizio e di critica.

 I social si propongono quali accattivanti suggeritori di incontri, dialoghi, discussioni e di video e occupano l’attenzione dei minori per ore giornaliere, sottraendo tempo allo sviluppo delle potenzialità e delle creatività individuali, dello studio e dell’impegno reale nella società.

Strategie delle piattaforme

Controffensive e risultati

Le piattaforme sviluppano strategie per tenere gli utenti incollati allo smartphone, da cui derivano guadagni pagati con gli introiti della pubblicità; quanto più tempo si passa, tanto più si distribuiscono guadagni.C

Si vuole, dunque, correre al riparo per difendere gli adolescenti da queste sommatorie di dipendenze ponendo alle piattaforme ed ai genitori degli obblighi di supervisione e di tutela, quanto al possesso di un account personale e all’uso del dispositivo. Sono iniziative destinate, a mio parere a fallire miseramente, come tutti gli interventi proibizionistici, ancor che arricchiti di previsioni sanzionatorie.

Educare all’uso e alla lettura delle piattaforme aiuta sicuramente a limitare deleterie influenze, in assenza di qual si voglia attenzione e tutela da parte dei genitori, ma non risolve alla radice il grosso problema della addizione giovanile di fronte ai contenuti che girano sul web e del tempo sottratto alla crescita degli adolescenti, il cui sviluppo mentale necessita reali confronti e reali relazioni.

Non credo che la scuola possa svolgere un ruolo decisivo adottando solo misure restrittive all’uso dei dispositivi durante le ore di lezione; più utile forse sarebbe introdurre ore di corretta pratica di esN

Non più gratis

Una iniziativa potrebbe sperimentarsi per difficoltare ai venti tempestosi delle piattaforme di scompigliare l’ habitat mentale e comportamentale dei più giovani; si potrebbe, per esempio togliere la gratuità nell’uso degli smartphones, sia per gli apporti individuali di post sia nelle attività di scrolls. I proventi per gli apporti o per le visualizzazioni verrebbero introitati dai produttori di piattaforme e dagli Stati ove le attività si svolgono, secondo normative a valenza pluristatuali.

Può sembrare un ritorno all’indietro, nel tempo, di fatto lo è ma i contenuti del web avrebbero una effettiva indispensabilità. E’ del tutto evidente che la messaggistica indesiderata e di propaganda svanirebbe perché costerebbe inserirla od aprirla; insomma si indurrebbe la sobrietà all’uso di internet attraverso la tassazione di specifiche attività.

 Il rischio da evitarsi dovrebbe essere quello di introdurre una sorta di eticità che confina con la censura e col controllo da grande fratello; in senso opposto si potrebbe contrastare quanto di falso e di ideologico percorre il mondo del web in maniera subdola e maliziosa, al solo scopo di lucrare denaro o scopi meno che legittimi.

Espandere menzogne a man bassa e offrire modelli di condotta su basi ideologiche che nulla hanno a che vedere con il benessere delle persone, vecchie o giovani non è forse indurre , manipolando i fatti, una effettiva diminuzione delle libertà individuali e collettive? Come proteggere gli adolescenti e noi adulti da simili attacchi?

Pagando di persona forse ci affacceremmo alla finestra sul mondo con parsimonia e cautelaL

Libera circolazione delle idee

 Si manterrebbe la libera circolazione e la gratuità degli apporti e delle visualizzazioni che giovano al benessere individuale e collettivo; verso tali obiettivi  si dispiegherebbero le normative ed i controlli dei sistemi informatici nelle democrazie liberali .

 Già ora le piattaforme offrono video a pagamento ed altri gratuiti; si tratterrebbe di introdurre normative, tecnicamente sostenibili, che vadano ad indirizzare un uso consapevole dei dispositivi e ad ostacolarne l’impiego quando essi siano  strumento di mero guadagno economico, di sfruttamento o di induzione e indirizzamento politico o ludico. Anche l’obbligo di rettifica delle fake news potrebbe concorrere ad attenuare i danni .

Contro l’attuale crescente marasma qualcosa si può e si deve fare in una sorta di autodifesa collettiva. Importante è trovare un accordo, sia pur di compromesso; meglio che niente, meglio che il proibizionismo sic et simpliciter. Non vorrei, dunque, dover pagare per ascoltare musica rilassante che mi aiuta a prender sonno o il mio amato Barbiere di Siviglia nelle interpretazioni più diverse postate su You Tube; ma accetterei di buon grado dovere obbligatoriamente pagare per miei annunci di carattere pubblicitario, economico, propagandistico etc. e, parimenti, per vedere questi tipi di annunci anche  se abbiano suscitato il mio interesse per cui possa trarre un qualche beneficio in ambito personale.

Corralejo 17 dicembre 2024

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