Genoma umano e dintorni

Gli antecedenti

E’ di questi giorni la notizia che al Pertini di Roma , per errore dovuto ad una quasi omonimia, sono stati impiantati nell’utero di due donne gli ovuli fecondati riferibili all’altra coppia. In un caso l’impianto è abortito, nell’altro è attecchito e la donna aspetta ora due gemelli il cui DNA evidenzia inconfutabilmente il “ tragico“ errore .

Diritto e aspettative

Per la legge italiana è madre la donna che ha partorito ma sui media è ampia la discussione sul diritto della coppia a cui sono riferibili i nascituri sulla scorta delle risultanze del DNA; sembra che questa coppia pretenda che siano“restituiti” ad essa i due gemelli; si oppone l’altra coppia col diritto pieno che le riconosce la legge.

Bisognerà aspettare altri quattro mesi, fino all’esito del parto, per sapere se le due coppie si metteranno d’accordo ovvero se insisteranno sulle posizioni finora espresse. Tale vicenda che ha suscitato molta impressione, sussulti o sgomenti suggerisce alcune riflessioni.

Unicità del genoma umano

E’ ormai accertato che il genoma umano è unico; se ne deduce che noi tutti siamo sostanzialmente uguali ; che le differenze fisiognomiche sono dovute a piccole , quasi insignificanti particolarità nel DNA individuale.

Rimane,tuttavia, stratificata in millenni di storia dell’umanità, l’identificazione e la conservazione della prole nella sfera familiare o di gruppi ristretti aventi aspetto simile e nel prosieguo, lingua e costumi comuni. La discendenza diretta viene assicurata e protetta contro qualsiasi attacco o pretesa altrui.

Da qui deriva la storia dell’uomo, come la conosciamo, fatta di contrasti e cooperazioni, di guerre e pacificazioni, di schiavitù e lotte di libertà etc.

Non si può prescindere dal fatto che la prole proviene da individui ben identificabili: presso gli umani, come presso gli altri animali è molto stringente la trappola della continuazione della specie assicurata dalla prole; ciascuno e tutti insieme cooperatori al perpetuarsi del genoma .

Lo stesso dicasi per il mondo vegetale, pur con le differenze di strategia.

Tali processi, naturali e indirizzati alla conservazione e sviluppo di ogni forma di vita, trovano nell’esperienza dell’uomo una consapevolezza collettiva e individuale che fin dagli albori delle civiltà riconosce i segni dell’appartenenza al gruppo e le regole della convivenza ma pure il valore dell’individuo in quanto tale, perchè apportatore di caratteri particolari, utili alla sopravvivenza di quella comunità.

Pensiero religioso e senso di appartenenza

Lo sviluppo del pensiero religioso ha introdotto, poi , una sorta di attestato di provenienza elettiva e speciale dei gruppi, spesso in contrapposizione a gruppi viciniori.

La elezione del popolo da parte della divinità creatrice e onnipotente ,voluta e raccontata su fattispecie proprie dei diversi gruppi umani, esige alleanze attestate da ritualità e comportamenti collettivi esclusivi, distintivi dell’appartenenza .

Nel patto si ritrova, in nuce, la ragione storica e la giustificazione delle popolazioni più forti a sottomettere altri popoli, attraverso azioni di omologazione al pensiero religioso dominante e di assimilazione del linguaggio e dei costumi.

In esso può trovarsi la giustificazione del razzismo e delle persecuzioni di intere popolazioni assoggettate alla forza di quelle predominanti.

Salto culturale ed empatia

Il salto culturale di considerare gli umani appartenenti tutti alla medesima origine, naturale od occasionale, ci porterebbe a dismettere una volta per tutte il pensiero o il convincimento che ciascuno di noi è un essere speciale perchè pensato e voluto dal Dio creatore ovvero perchè apportatore di geni unici ed a valenza prevalente.

Tale salto, tuttavia, non può essere solo culturale ma dovrebbe svilupparsi in ognuno di noi fin dall’infanzia, con l’empatia verso l’altro: diversamente rimarrebbe uno schema a cui riferirsi, senza che si possano conseguire risultati accettabili, sotto il profilo della cooperazione mondiale.

L’empatia ci porterebbe, assieme alla consapevolezza della comune origine e delle comuni caratteristiche, ad abbracciare una condotta coerente con lo sviluppo dell’umanità verso forme di convivenza utili e costruttive.

Il disincanto dai pensieri religiosi elettivi ed escludenti ci porterebbe a vederci nella nostra natura di organismi biologici complessi nei quali la comune ragione e l’intelletto giocano un ruolo discriminante per il prosieguo della specie umana.

Specie che si arricchisce degli apporti e delle specialità degli individui che si radicano nell’appartenenza al medesimo genoma, costitutivo della nostra collocazione in questo mondo.

25 Aprile 2014-

Ai primi di agosto, con anticipo di circa 10 giorni rispetto alla data prevista, sono nati i due gemelli, con parto cesareo programmato e sono stati immediatamente registrati come figli della coppia ricevente il diverso genoma.

I media hanno dato la notizia a cose fatte e, salvo alcune epigone riflessioni, il caso sembra essere stato archiviato. Forse i genitori col DNA corrispondente a quello dei gemelli proseguiranno nella loro azione “legale” per far prevalere questa appartenenza genetica rispetto all’evento nascita. Forse desisteranno.

Rimangono i fatti ed i comportamenti: ad una donna venivano impiantati ovuli fecondati di altra coppia; l’attecchimento nell’utero ha portato allo sviluppo dell’embrione ed alla nascita dei due gemelli.

Sono state, finora respinte le richieste della coppia genetica di vedersi riconosciuti come figli i bambini partoriti dalla donna “ erroneamente impiantata”. La legge ha prevalso, ma forse è mancata quella saggezza che dimostrò avere re Salomone.

n questo caso non sarebbe stato necessario decidere sulla morte o sulla vita dei bambini quanto, invero, sull’accudimento e la cura, che identifichino, più di ogni altro aspetto la funzione genitoriale, compresa la gestazione o l’attribuzione genetica.

Un grande salto culturale, rispetto alle norme o alla presa istintuale che la specie ha sulla prole, sarebbe stato, a mio parere, quello di convenire fra le due coppie, l’assegnazione di un figlio a ciascuna coppia.

Perchè, in definitiva, per il bambino che nasce, chiamato alla vita senza il suo parere, le cose più importanti sono la cura e l’accudimento che riceve e non il foglio, come certificato dall’ufficiale dello stato civile.

19 dicembre 2014-

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