C’era una volta e c’è ancora una famiglia di esserini piccoli piccoli, ma tanto piccoli che sulla capocchia di uno spillo ce ne possono stare quanti sono gli umani che stanno nelle più grandi città del mondo. Questi esserini non amano la solitudine e vanno cercando compagnia, proprio come facciamo noi fin dalla nascita; così da tantissimi anni la loro vita la passano con quegli animali che li hanno ben accolti .
Quando vedi un armadillo o un cammello devi sapere che stanno in compagnia di quegli esserini; così quando incontri un riccio, un pipistrello grande, un serpente o un pangolino.
Sono animali che tu non conosci perchè vivono in zone del nostro pianeta che sono lontane dalla città di Firenze dove tu stai; sicchè dovrai viaggiare se vorrai incontrarli, ma sei ancora piccola.
Siamo proprio assai curiosi
Tu già sai che noi umani siamo curiosi e ci piacerebbe avere le risposte per i tanti perchè; tu ora fai le domande e i tuoi genitori ti danno le risposte che ti convincono e ti fanno crescere contenta perchè vai capendo ogni giorno di più; chi meglio di loro ti possono far sentire bene ?
Crescendo,via via ti farai tante e tante domande ed avrai bisogno di studiare molto anche da sola per venirne a capo; ora su Internet puoi già trovare tante diverse risposte che noi grandi mettiamo sui come e sui perchè , ma questa non è la novella, quindi continuiamo.
Per la curiosità che abbiamo ci siamo costruiti strumenti che ci aiutano a vedere oltre la capacità dei nostri occhi; di notte a occhi nudi vediamo tante stelle ma se ci mettiamo a osservare il cielo con un telescopio ne vediamo molte di più.
Allo stesso modo ci siamo costruiti altri strumenti per osservare gli esserini piccoli che sfuggono ai nostri occhi.
La scoperta dei Corona
Fu così che curiosando coi microscopi gli scienziati fecero la scoperta della famiglia dei Corona.
Il nome glielo hanno dato gli scienziati curiosi; sai che noi umani abbiamo il vezzo di classificare ogni animale a nostro intendimento.
Questi esserini hanno per l’appunto la forma di una corona colorata, proprio come quella che portavano i principi e i re, per distinguersi da tutti i sudditi e per farsi belli.
Gli scienziati attratti dalla bellezza di questi esserini si sforzavano con l’aiuto dei microscopi di capire la loro vita, e li fotografavano a loro insaputa; nei libri ci sono tante belle immagini e puoi vederle da te stessa.
Come ti accorgerai la curiosità non ha confini e quegli scienziati volevano studiare da vicino esserini così interessanti, con la proposta di amicizia.
L’incontro col piccolo Corona
Forse per questo un Corona, più audace e girittolone dei suoi cugini, rispose di sì e se ne andò a spasso per qualche mercato della Cina per farsi meglio trovare.
Gli scienziati, con la scusa dell’amicizia, portarono il piccolo Corona nei loro laboratori, che sono stanze dove cercano di scoprire o di inventare facendo gli esperimenti e lo chiusero in una provetta, che è una sorta di bottiglietta tonda e lunga col tappo.
Nel nostro caso quegli scienziati cercavano di farsi raccontare dal piccolo Corona tutti i suoi piccoli segreti, dove gli piace vivere, come gioca, perchè ama tanto la compagnia, quali sono i suoi colori preferiti eccetera, insomma le cose dei piccoli che tu conosci.
Il piccolo Corona raccontava che gli piaceva vivere in Cina perchè lì, in quell’immenso paese c’erano molti altri esserini come lui, che avevano voglia di giocare a nascondino o a indovina come mi sono mascherato , che i suoi colori preferiti erano il rosso e il blu; che gli sarebbe piaciuto tanto viaggiare per scoprire come è fatto il mondo però solo i pipistrelli si erano offerti di farsi compagni di viaggio.
Tu sai che i pipistrelli se ne stanno dondolanti a testa in giù sugli alberi o nelle grotte per tutto il santo giorno, poi quando diventa buio mettono in azione i loro radar e volano in ogni direzione per cercare cibo.
I pipistrelli, pur avendo gli occhi, non hanno bisogno della luce per vedere perchè si fanno guidare dagli ultrasuoni, i loro stessi richiami sottilissimi ma intensi che noi umani non riusciamo a sentire; essi, invece, li odono molto bene e li seguono, proprio come noi seguiremmo una pista tracciata sul terreno.
Il piccolo Corona non era soddisfatto di quella proposta perchè, oltre ai giramenti di testa per quei continui voli in cerchio che tanto piace ai pipistrelli, quando veniva giorno si ritrovava sempre negli stessi posti mentre gli sarebbe piaciuto volare lontano.
Anche per questo aveva accettato di fare amicizia con gli umani, che viaggiano in lungo e in largo senza sosta, con gli aeroplani.
La curiosità di quegli scienziati cresceva a dismisura e giorno dopo giorno, rientrando nei laboratori volevano sapere di più.
Il piccolo Corona nel laboratorio
Il piccolo Corona veniva lasciato solo di notte, immerso nel liquido della provetta senza potere uscire a scoprire il mondo, come aveva voluto.
Gli scienziati gli avevano promesso viaggi spettacolari ma fino allora aveva visto solo altre provette, contagocce,frullatori, vetrini, microscopi ed diavolerie di ogni sorta che proprio non lo interessavano.
In più, si sentiva prigioniero perchè all’uscire dai laboratori gli scienziati tappavano la provetta e tutta la notte la passava lì annoiandosi perchè non aveva bisogno di dormire, come tutti gli esserini della famiglia dei Corona.
Il piccolo Corona progetta di scappare
Doveva, dunque, trovare uno strattagemma per uscire da quelle stanze e di mettersi in viaggio per il mondo ,senza farsi notare però, perchè aveva capito che gli umani gli avevano nascosto le loro cattive intenzioni.
Da qualche giorno, infatti, gli scienziati lo avevano messo sotto speciale sorveglianza e gli tiravano le minuscole zampine o lo solleticavano per tutto il corpo per vedere come reagiva, gli avevano pure appiccicato attorno al dorso degli svolazzi per vedere se gli piaceva saltare, ballare o mascherarsi quasi fosse carnevale.
Il piccolo Corona faceva finta che quegli strani giochi gli piacessero ; si trasformava e si pitturava la faccia con tanti colori, faceva un sacco di capriole, si metteva a pancia in su e muoveva le minuscole braccia e le zampine proprio come un animale da circo; insomma voleva che quegli scienziati se lo prendessero come animale di compagnia, tipo gatto o cane. In questo modo avrebbe potuto viaggiare per tutto il mondo.
Gli scienziati si divertivano a vedere le cose che quell’esserino era capace di fare e ogni giorno gli chiedevano di fare nuove trasformazioni e nuovi giochi; mentre il piccolo Corona si metteva in posa gli scienziati scattavano le fotografie e le mettevano sulle riviste o su Internet come fossero le figurine delle fiabe.
Da ogni parte cominciarono ad arrivare messaggi col pollice in su per dire quanto ingegnoso, bello e di compagnia era il piccolo Corona; per invitarlo a sedute di travestimenti e di magie, insomma nel circolo degli scienziati era diventato famoso e ognuno lo voleva per sé, perchè ciascuno voleva fare qualche nuova scoperta sulle cose che quell’esserino era capace di fare.
Devi sapere, cara Lara, che gli umani sono troppo gelosi di quello che hanno e spesso non vogliono che gli altri siano contenti, sono per l’appunto invidiosi, non sapendo che quei difetti fanno vivere male e sono fonte di guai.
Gli scienziati bisticciano e il piccolo Corona scappa
Per farla corta, alcuni scienziati si recarono in Cina per conoscere da vicino il piccolo Corona che veniva custodito nella provetta di quel laboratorio; un po’ per la difficoltà di intendersi con la lingua, un po’ perchè gli scienziati cinesi non volevano svelare i segreti del piccolo Corona, sorse una gran lite della quale quell’esserino seppe approfittare.
Gli scienziati discutevano su cosa fargli fare, ma mentre ognuno con la pipetta in mano si agitava e voleva essere il primo a mettere nel liquido il piccolo Corona per fare il proprio esperimento, il più anziano non trattenne la provetta che si ruppe per terra; d’un balzo quell’esserino era riuscito ad aggrapparsi alla mano dello scienziato potendo cominciare così la sua esplorazione del mondo che tanto aveva sognato e all’insaputa di tutti.
Il piccolo Corona sapeva ormai che agli umani non piaceva la sua compagnia, che anzi lo avevano tenuto chiuso in una provetta perchè volevano fare nuovi esperimenti per farsi belli davanti agli altri e che mai lo avrebbero lasciato gironzolare.
Bisogna dire che gli umani avevano già provato i danni che esserini simili potevano fare se lasciati liberi di andare da una parte all’altra : una volta entrati in gola facevano ogni sorta di dispetto, far tossire , portare la febbre, togliere il respiro, e spesso costringere ad andare in ospedale per curarsi.
Per tutti questi motivi gli scienziati non volevano la compagnia di quegli esserini e tanto meno quella del piccolo Corona che si era dimostrato abilissimo a nascondersi.
Il piccolo Corona diventa esploratore del mondo
Purtroppo anche questa volta il danno era stato fatto e il nostro minuscolo esploratore, saltando da uno scienziato all’altro, da una persona all’altra poteva farsi il giro del mondo.
Preferiva stare in compagnia delle persone anziane, specialmente di quelle che avevavo da raccontare storie lunghe, però anche senza volerlo, perchè di sua natura il piccolo Corona non era cattivo, procurava tanti danni alla loro salute.
Per la grande paura tutti in casa
Tutti, ormai, nel mondo cominciarono ad aver paura di incontrarlo e si tapparono in casa; con le città che sembrano deserte, ragionavano gli umani, al piccolo Corona passerà la voglia di andare in giro per il mondo a farsi raccontare le storie e se ne tornerà da dove è venuto.
Anche tu, Lara, sei stata tenuta quasi tappata in casa per due mesi, con i tuoi genitori e le tue sorelline Giulia e Virginia ;quando sei uscita ti sei dovuta mettere una mascherina così il piccolo Corona ti scansava non potendo tu raccontargli niente.
Quell’esserino così piccolo da essere invisibile ma così girottolone e dispettoso da essere temuto si andava trovando sempre più solo e cominciava ad avere nostalgia dei luoghi da dove era partito.
Se proprio non mi vogliono come compagno vorrà dire che troverò la maniera di tornare a casa mia, almeno lì ritroverò i miei vecchi amici che, sebbene non mi facciano girare il mondo, almeno non mi scacciano e continueremo coi nostri giochi.
Il ritorno del piccolo Corona in Cina
Erano questi i pensieri del piccolo Corona quando seppe da un giovane marinaio che stava per rientrare in Cina con una grande nave mercantile; gli chiese di salire a bordo e lui scrollò le spalle, come per dirgli fai tu, a me non dai fastidio, ma non gironzolare per la nave, perchè se ti incontrano son guai per tutti.
Su quella nave il piccolo Corona se ne stette rimpiattato, senza far dispetti agli atri marinai; così dopo due settimane per mare potè rientrare in Cina ove un grande pipistrello lo aspettava per fargli fare l’ultimo tratto di viaggio.
Immaginati la felicità degli altri Corona a rivedere dopo alcuni mesi il nostro girottolone scomparso di casa perchè si era incuriosito al mondo degli umani, bello,divertente e vario, ma che poteva essere anche pericoloso e triste.
Le città ritornano allegre e piene di gente
Fu così che piano piano le città ricominciarono a riempirsi di gente che non aveva più la tosse ; i parchi furono di nuovo aperti e i bambini ricominciarono a giocare; le mascherine non servivano più perchè il piccolo Corona era ormai rientrato a casa sua a giocare con gli amati pipistrelli; anche i pangolini, i ricci e i serpenti di quelle terre furono contenti del ritorno a casa del nostro protagonista, perchè gli umani , dopo i tanti dispetti che avevano patito, avevano smesso di fare quegli stupidi esperimenti che tanto avevano irritato la famiglia dei Corona.
Consigli per tutti
Ognuno se ne dovrà stare per suo conto, fu la raccomandazione vicendevole. A noi Corona piace stare qui, in compagnia dei nostri amici animali; il mondo degli umani è davvero troppo pericoloso per noi e anche per voi che avevate fatto finta di volere la nostra amicizia, ma era solo per i vostri fini, che neppure conosciamo.
Per questo abbiamo dovuto difenderci facendovi ogni sorta di dispetti, così ci lascerete finalmente in pace. E sarà meglio per tutti.
Maggio 2020
Caro Giuseppe ho trovato questa novella molto interessante per gli adulti e davvero carina e comprensibile per i bambini, come la tua nipotina a cui l’hai dedicata. Mi auguro che il finale si verifichi così da tornare tutti alla “normalità” liberandoci da questa “minaccia” che durante questi mesi è riuscita ad infondere tra gli uomini, soprattutto a causa del continuo martellamento dei socialmedia, un clima di paura nei confronti degli altri. Un caro saluto
Grazie Elena, ho cercato di dare alla novella un contenuto non solo estetico o immaginifico dal momento che malattie e decessi sono conseguenza dell’oscuro covid 19, come pure l’imposto confinamento e l’uso delle mascherine. Volevo inoltre offrire a mia nipote, di 5 anni, un ricordo cui attingere anche nel prosieguo della sua vita. Cari saluti