La verità ci farà liberi...
Non v’è dubbio che la verità, approdo finale del conoscimento è irraggiungibile, dal momento che tutto cambia e si trasforma in un dinamismo che ora ci appare caotico, ora intelligente e determinato, quasi teleologico.
La storia dell’umanità è intrisa di miscugli fra verità logiche, razionali, sperimentali e verità emozionali, costruite su aspettative, bisogni o architetture di ogni tipo.
La prevalenza del tipo di verità ha segnato e continua a segnare come un sigillo le società, in ogni parte del mondo, andando a caratterizzare le relazioni internazionali, i modelli di convivenza nelle comunità, le economie, gli indirizzi degli studi, le connotazioni religiose, le organizzazioni politiche, le forme di governo.
Le nostre quotidiane verità e interpretazioni
Ormai entrati da anni nell’era antropocentrica digitalizzata, ci troviamo a confrontarci con dichiarate verità che giornalmente si diffondono su un turbinio di situazioni, accadimenti presenti e futuri, interpretazioni contrapposte o quanto meno diverse da quelle che appaiono accreditate, autorevoli e legittimate.
Le piattaforme dei social offrono una opportunità finora impensabile per divulgare e ci piace se il nostro pensiero viene ripreso e condiviso da un gran numero di persone; è l’aspirazione di una soddisfacente complicità che appaga il proprio ego anche se nella stragrande maggioranza dei casi, il piacere comunicativo muore nell’oblìo subitaneo del messaggio.
Le interpretazioni di verità che vengono divulgate oltre a spingere verso convincimenti talora strampalati, possono tuttavia, contenere il raro pregio di farci riflettere e di farci apprezzare quanto di evidente, di bello e di buono andiamo sperimentando, come pure di rendere più difficili possibili retrocessioni della nostra vita, sui cui valori , diversamente, saremmo disattenti.
Paura delle fake news?
Concludo elevando una ode alle condivisioni sulle cd fake news quando ci inducono a confrontarci, discutere, studiare, essere critici e farci crescere nell’attenzione e nelle determinazioni contro aspirazioni o tentativi di fare retrocedere le conquiste comuni di civiltà, delle scienze e dei connessi irrinunciabili valori. Per questi motivi, qualsiasi controllo da parte degli operatori social, di loro iniziativa o consono a statuizioni politiche, lo ritengo dannoso, limitativo e retrogrado; un passo, insomma verso l’acquiescenza all’ipse dixit, così limitativa e così funesta nei secoli ma ancor oggi,possibile.
18 Maggio 2020
Sono anch’ io per la libertà di opinione e quindi contro le censure. Tuttavia le fake news propagate sul web sono per la stragrande maggioranza anonime: questo permette di calunniare, diffamare, insultare, odiare senza prendersi la responsabilita’ di quanto scritto. Questo è profondamente sbagliato e ingiusto: perché il giornalista che scrive un falso calunnioso (e consapevole) può essere perseguito e l’ odiatore seriale (quasi sempre un imbecille) che scrive le fake più assurde, coperto dall’ anonimato, gode della completa immunità ? Quindi viva il pensiero libero ma responsabile.
Grazie, il discrimine è proprio quello. La responsabilità è alla base di qualsiasi attività, ruolo e comportamento.
Il codice penale prevede, per esempio, la tutela dell’onore personale, nelle sue diverse manifestazioni, e la si può ottenere attraverso un giudizio; la tecnologia internet facilita la diffusione di fake news, tuttavia il controllo sulla loro divulgazione da quale autorità terza deve essere operato,per tutelare chi, in nome di cosa, e ad iniziativa di quali interessati? Sono temi che non ho volutamente toccato.
N.B. Il nostro c.p. scritto in pieno fascismo, prevedeva e prevede il reato di diffamazione; ora esso è aggravato dalla sua diffusione tramite internet; anche la diffusione dell’odio razziale et similia è sanzionata . Tuttavia, il governo fascista propagava a man bassa notizie diffamanti e ragionamenti sulla superiorità della razza….