Dopo più di quattro mesi dalla comparsa del nuovo coronavirus in Cina , gli infettati registrati nel mondo sono circa un milione e i morti a causa sua sono oltre cento mila.
Misure della politica per il contenimento del virus in Italia
Le misure di contenimento sono state, nell’ordine temporale: rafforzamento di competenze del dipartimento della protezionecivile, isolamento di aree specifiche e poi dell’intiero paese, popolazione tutta in casa, salvo bisogni o attività essenziali, blocco dei contatti internazionali e degli scambi commerciali non prettamente utili, controllo delle frontiere, blocco delle attività economiche non essenziali.
La risposta del sistema sanitario
Negli ospedali, all’inizio della pandemia, avviatasi il 23 di febbraio 2020, vengono ricoverati infettati gravi e non, poi al limite del collasso strutturale e operativo, sono ricoverati coloro che abbisognno urgentemente di farmaci specifici e di ventilatori.
Ivi si verificano innumerevoli casi di contagio incrociati; la carenza grave di mezzi di prevenzione e di cura si appalesa, seppur timidamente, come causa significativa delle morti.
Conseguenze e situazione attuale
Ad oggi, 13 aprile 2020, i deceduti sono più di ventimila, soprattutto in Lombardia e nelle regioni del centro-nord ; compresi 106 fra medici e infermieri.
Il numero dei contagiati finora registrati perchè sottoposti a tampone, sono poco meno di 160 mila, a fronte di un supposto contagio non accertato di circa 2-3 milioni.
Da una settimana il numero dei ricoverati scende, le morti hanno un trend discontinuo ma discendente, le nuove infezioni anche, in rapporto al numero di tamponi.
La popolazione deve rimanere confinata in casa, almeno fino al 3 maggio, ma da domani vi sarà una timida ripresa di alcune attività che erano state interrotte.
Si vedrà come procede la pandemia.
Finalmente sono ricomparse in alcune farmacie le mascherine, alla cui produzione si sono riconvertite alcune aziende del paese.
Le unità di terapia intensiva hanno ora alcuni posti liberi e nel frattempo sono sorti ospedali prefabbricati o sono state riconvertite aree ad ospedali, con strumentazioni che verranno implementate, qualora la pandemia rispunti furiosa.
Comunicazioni e indicazioni dal mondo degli esperti
In campo medico, virologo, infettivologo, pandemico, nell’ordine di tempo: il contagio non arriverà,è poco più di una influenza, è un coronavirus ma del tutto sconosciuto, forse è scaturito da pipistrelli, leccornie per il palato cinese a Wuhan, forse dai serpenti, dai pangolini, dai ricci, compravenduti in quel mercato.
Il virus si trasmette attraverso le goccioline di saliva, ma anche attraverso la semplice respirazione vicina.
Meglio non usare le mascherine se non si sanno usare; meglio lasciarle ai sanitari che stanno negli ospedali covid-19 .
Il virus resiste alcune ore nell’aria ma anche sugli oggetti, specie se di metallo, meglio sanificare tutto, importanza vitale del lavarsi spesso le mani e non toccarsi bocca, occhi e naso.
Occorre fare tamponi, ci sono diversi tipi di tamponi anche di quelli rapidi e tests sul sangue ma bisogna incrociare i risultati.
Non ci sono farmaci per questo nuovo coronavirus, la tachipirina è utile, si potrebbero sperimentare vecchi farmacifuori protocollo, sembrano funzionare quelli antinfiammatori, ma non quelli steroidei; il farmaco per l’HIV ed anche quello per la malaria sembrano funzionare bene…, per ultimo, si vanno utilizzando cortisonici con ottimi risultati contro l’infiammazione che, se forte, produce micro diffuse trombosi polmonari, come lo stanno dimostrando gli esami autoptici.
E’ stato sequenziato l’RNA del virus, si vanno approntando vaccini, ci sono già 35 protocolli in concorso fra loro . E’ questione di un anno e ci sarà il vaccino, ma già nei prossimi mesi si potrà largamente sperimentare e forse lo si otterrà prima.
L’Organizzazione mondiale della sanità proprio oggi avverte che questo virus è 10 volte più letale dell’influenza.
Uno sguardo verso l’Africa
Mi fermo qui, in questo quasi allucinato, mnemonico e sicuramente incompleto resoconto dei fatti, sulla base delle notizie divulgate nei giornali, alla tele e su social.
La mia attenzione la rivolgo ora al continente primario e quasi perduto del mondo, a quell’Africa già tutta colonizzata ed ora popolata da oltre 1300 milioni di abitanti, organizzati in 54 Stati indipendenti.
L’Africa, che è l’immagine nel nostro immaginario collettivo dell’origine e dello sviluppo della vita pensante, si trova sotto una pressione demografica che si è moltiplicata per 10 negli ultimi 100 anni, deve fronteggiare l’impulso di imponenti cambi climatici incontrollabili, le diffuse carenze igienico sanitarie con insediamenti urbani precari, bisognosi di aiuti.
Confronti bellicosi fra etnie e gruppi di potere, guerre di confine e di religone, Stati dispotici o assenti, salvo poche eccezioni, nuove forme di colonizzazione accaparratoria di terre e di risorse, tengono sotto scacco, sotto controllo o regimi quelle popolazioni, la quali hanno incominciato anch’esse a doversi confrontare col covid-19.
Inevitabili interrogativi
Con preoccupazione seppur con lontana empatia mi domando : quanto e come potrà resistere quel continente, fortemente carente di tutto, ad una pandemia la cui letalità viene stimata 10 volte più alta dell’influenza (quella suina?) ed normemente più diffusiva e contagiosa?
Se la letalità si ripetesse come nelle percentuali europee, come è stata calcolata dagli esperti, in Africa le morti dovrebbero fermarsi a 1.300.000, ove l’infezione contagiasse l’intera popoazione.
Saranno molto meno perchè la popolazione africana è giovane e può rispondere bene al virus, ma la percentuale di deceduti molto più alta per la precarietà delle cure? Insomma, niente è più certo dell’incertezza e della inconsapevolezza.
Misure di contenimento
Intanto anche in Africa sono state approntate le misure di contenimento con l’adozione di mascherine, le poche disponibili, e regole di distanziamento; non è stato possibile adottare, invece, quella di stare tutti a casa, sulle scarne notizie finora apparse sui media; quest’ultima misura sarebbe letale per la grave carenza individuale di risorse, alimentari in primis e sarebbe propiziatoria di scontri fra le popolazioni stesse e le forze armate chiamatr a fare rispettare una tale eventuale misura.
In attesa di riscontri
Sicchè, entro maggio-giugno c’è da aspettarsi che le oggettive conseguenze della infezione da covid 19 sull’uomo si appalesino senza ulteriori discrepanze se l’infezione avrà percorso tutto il continente.
Da semplice abitante della vecchia Europa, considerata terra accomodata alla vita e alle relazioni umane, allo sviluppo della scienza e delle tecnologie, in un periodo di relativa pace fra nazioni , pur in concorrenza spesso conflittiva, vorrei confidare che le popolazioni d’Africa ne vengano fuori con poche perdite.
, Voglio sperare che si riveli, infine, la vera natura di questo virus, quasi apparso dal nulla, quasi composto in laboratorio, quasi eugenetico, quasi diffuso ad arte per colpire economie di determinati territori, quasi meritevole di vaccino ma quasi capace di sovvertire leaderships, organizzazioni politiche ed economiche come l’Unione Europea, di cambiare consuetudini di relazione sociale .
Fuori di ogni dubbio, per noi, abitanti del pianeta, è stato capace di allarmarci angosciandoci, anche perchè abbiamo avvertito l’errato, prepotente ma quanto mai precario rapporto che stiamo tenendo tra di noi popoli della terra e con la natura che ci sta dando un forte ancorchè non estremo avvertimento.
Aprile 2020
Sono convinta anch’io che l’Africa rappresentera’ un bel test…per ora non ci resta che attendere e poi eventualmente trarre conclusioni. Non mi piace pensare che la scienza e la politica poi, si siano in qualche modo impadroniti del mondo. Sono più propensa a pensare che agli scienziati mancavano in realtà dati dimostrabili perciò hanno proseguito per tentativi ed errori come è ovvio che sia,che l’esempio cinese sia stato deleterio,che la politica sia rappresentata da apprendisti stregoni. Tra poco tempo potremo fare un bilancio serio.
Grazie, la mia attesa, trepidante per un continente offeso, depredato e quasi privo di risorse appropriate, vuole signicare la speranza che, superata anche questa emergenza, si riveli finalmente l’urgenza di un cambio di passo nel governo delle genti, lontano da surretizie forme di tutela, che dimostrano spesso incapacità, errori, disattenzioni, occultate in forme di poteri autocratici se non disinvoltamente dittatoriali. E ancora una volta ci dobbiamo domandare quante delle nostre libertà personali e collettive possano essere barattate con le sicurezze che i vari poteri, nel mondo, vorrebbero o meglio pretendono di scambiare.
Ottimo articolo
Grazie Simone e buon approfondimento
Bell’articolo, ricco di spunti di riflessione.
Purtroppo la pandemia rischia di allargare la forbice tra benestanti e disagiati, tra nord e sud del mondo.
Era successa una cosa simile con la “Suina”, se non ricordo male.
Cara Silvia, con la “suina” sembra che la letalità fosse 10 volte più bassa. Ad ogni modo questa pandemia già mette in grande evidenza le profonde disuguaglianze fra le popolazioni del pianeta. Per altro… bisogna aspettare un mese o due.
Da quando esiste il mondo gli uomini hanno affrontato le epidemie e ne sono, in qualche modo, sempre usciti rafforzati. Certamente questi avvenimenti, in quanto grandi catastrofi naturali suscitano terrore ed ogni popolo, anche se cerca di uscirne con i propri mezzi , non ha mai disdegnato di scambiare solidarietà con gli altri popoli. Io credo che mai come oggi l’umanità si stia rendendo conto di stare su un territorio relativamente piccolo e che mai come ora comprendiamo che, proprio come nelle famiglie, se uno di noi sta male, stanno male un po anche tutti gli altri. Chiedersi a questo punto che cosa succederà in Africa, ed io aggiungo anche in America latina o in Amazzonia, direi che è solo guardare la parte più dolorosa del problema Covid, ed è anche la domanda più frustrante in questo momento perchè sarà certamente un bagno di dolore e pianto terrificante, come del resto lo è in tutti i paesi toccati da questo virus. Però il virus ci ha mostrato qualcosa di cui, forse, finora non si era tenuto conto. La sua violenza ha colpito con grande durezza anche i paesi più ricchi perchè per quanto denaro sia stato messo in campo, e per quanti sforzi tecnologici si facciano, non c’è nessuno che possa sentirsi veramente superiore agli altri ma ognuno ha bisogno degli altri per cercare di sconfiggerlo. E si noti bene: di tutti gli altri. E se poi teniamo conto che l’economia mondiale si è presentata in tutta la sua pochezza e, in tutti i suoi limiti, direi che questo virus ci offre anche una grande opportunità che è quella di raggrupparsi di più per riuscire a sconfiggere gli egoismi dei popoli ed i personalismi dei potenti al fine di progredire tutti meglio e più insieme.
Grazie Fabio, condividole tue riflessioni di fondo e condivido pure che quanto sta passando ci offre delle opportunità nuove.
Nel mio articolo, con il pensiero rivolto all’Africa quale continente quasi perduto, ho auspicato sottotraccia che la virulenza del contagio si manifesti su quelle popolazioni con minor forza nonostante la carenza di operatori sanitari e di strutture adeguate. Se così avverrà forse bisognerà ripensare ab imo su quanto è andato succedendo nel nostro e in altri paesi del mondo. Ciao ciao