Fridays For Future
Fridays For Future è il lemma sotto cui si vuole distinguere il movimento ecologista aggregatosi attorno alla figura di Greta, ragazza 16enne svedese, che rinuncia di andare a scuola ogni venerdi per mettersi davanti al parlamento con un cartello reclamando azioni concrete a contrastare il cambiamento climatico.
Soprattutto i giovani, ma non solo, hanno manifestato a migliaia, ovunque nel mondo, chiedendo maggiori impegni e unità di sforzi da parte dei governi nel mentre Greta è accolta all’assemblea dell’ONU o nella conferenza CAP 25 di Madrid .
Le conferenze sul clima
Viene ripetuto il mantra che non c’è più tempo per discutere, che il poco tempo rimasto all’umanità è per agire, per cambiare, perchè il pianeta soffoca e non c’è futuro senza una inversione di rotta.
Solo 12 anni rimarrebbero perchè tutti assieme i governi possano sviluppare efficaci interventi a protezione del pianeta.
La consapevolezza dei cambi climatici in atto non ha prodotto finora significative riduzioni dell’immissione nell’atmosfera di elementi inquinanti e di anidride carbonica (CO2), nonostante impegni sottoscritti nelle varie conferenze sul clima che si celebrano ritualmente da 25 anni.
Vengono richiamati gli impegni scaturenti dai protocolli di Kyoto o di Parigi che impongono obiettivi ambiziosi ancorchè secondo le prevalenti valutazioni scientifiche, inadeguati a fronteggiare il problema; da aggiungere che quegli stessi impegni sono poco cogenti e non vengono rispettati dagli stessi sottoscrittori.
Una situazione, insomma che realmente rischia di sfuggire di mano all’umanità intiera; le avvisaglie si ripetono ormai da anni con maggiore evidenza, ovunque sul pianeta e sembrano confermare le più pessimistiche previsioni di scienza.
Da qui si può capire come una ragazza 16enne si sia indignata e reclama la tutela del suo futuro, rimproverando ai governanti di essere bugiardi e disonesti oltre che incapaci.
Così Greta è diventata una pietra d’inciampo nei consessi internazionali e fenomeno identificativo di un problema attorno al quale si discute ma pervicacemente si fa poco.
Il cambio climatico
Perchè il problema è tremendamente complesso, sono coinvolti interessi economici e politici di portata ultranazionale, dovrebbero cambiare i sistemi di produzione energetica ma le nuove applicazioni tecnologiche non sono ancora capillari e sostitutive , il cambio di rotta , insomma, non può che essere lento e graduale.
Così ancora una volta si starà a vedere che succede anche perchè una sia pur minoranza scientifica continua a sostenere che in definitiva i cambiamenti climatici ci sono sempre stati senza gli apporti umani.
Alla COP 25 celebratosi a Madrid anziché in Cile , come programmato, dovendo il governo di quel Paese affrontare le continue manifestazioni di piazza contro le annunciate misure economico-finanziarie, le delegazioni, con l’assenza di quelle statunitense, cinese e indiana, sono riuscite solo a mettersi d’accordo su un generico “impegnamoci a fare meglio, rivediamoci il prossimo anno a Glasgow”.
Greta, personaggio dell’anno 2019 è ritornata al suo Paese con le pive nel sacco; parimenti , c’è da pensarlo, le migliaia e migliaia di giovani che hanno a più riprese manifestato per il clima. Ancora una volta hanno prevalso le ragioni di Stato e dell’economia globalizzata.
Qualcosa si muove
Ma qualcosa si muove a livello istituzionale, in Europa.
Un tribunale olandese ha accolto la richiesta formulata da una associazione di 100 persone a mettere in mora il governo sulla riduzione del 25% delle emissioni contaminanti e CO2 ed ha respinto le argomentazioni di quell’esecutivo che la competenza sarebbe del parlamento ; un giro di valzer, ha dettato il tribunale, che non si può attendere, dal momento che la salute pubblica e la sopravvivenza stessa dei cittadini, non può essere mesa ai voti; occorre intervenire e basta.
Si incomincia a fare chiarezza sulle responsabilità dirette di chi governa e non interviene; un primo passo che viene proprio da un paese che ha strappato nei secoli terra al mare e che ora rischia di vederselo nuovamente inghiottito.
Metodi di pressione e necessità di analisi
E’ tempo di agire ma solo il continuo presidio di moltitudini di cittadini ovunque sul pianeta potrà costringere ad una presa di coscienza istituzionale e fattiva. L’attività politica ed economica troverà solo allora un vero impulso al cambiamento sistemico di contrasto ai cambiamenti climatici; è di tutta evidenza che il contrasto dovrà tener conto di tutti i fattori impattanti primo fra tutti l’impronta antropica sul sistema pianeta, in altre parole l’eccesso di entropia prodotta nel sistema dalla accelerazione di crescita della popolazione, specie laddove la densità è già enormemente eccessiva e l’attività economica particolarmente inquinante.
Occorre che le conferenze sul clima dibattano senza tabu’ sopra questo aspetto trovando alternative di contrasto. E’ fin troppo chiaro che la crescita della popolazione mondiale, tuttora nella fase di forte accelerazione, mette in crisi la tenuta del sistema pianeta, così come ad oggi è definito ed organizzato in regioni e Stati.
Quindi, le conferenze sul clima sono chiamate e dare un’altra rotta anche sotto questo, ineludibile aspetto, ancorchè essa sembra interferire sul diritto primitivo individuale qual’è quello alla procreazione.
Non si tratta, qui, di essere ancora una volta predittivi di nefaste conseguenze maltusiane; si tratta, invece, di attuare ovunque programmi di natalità responsabili e compatibili; in buona sostanza, programmi che diano senso, rispetto e valore alla vita umana apportando maggiore consapevolezza e capacità di decisione, senza remore di ordine culturale, sociale, religioso o altro tipo.
Ancora su Greta
Greta va diretta alla coscienza dei governanti, con l’ingenuità e le pretese di una giovane che ama la vita, anche attraverso la singolarità della sindrome di Asperger; nelle piazze tante attestazioni di condivisione e di volontà a non abbandonare il tema del cambio climatico; nelle discussioni private e nei social, tuttavia, anche molte prese di distanza, critiche e malevole dicerie su di lei e la sua famiglia. Invidia o cattiva coscienza individuale?
Ha senso scudarsi con richiamo alla scienza deridendo la piccola giovane o insinuando manipolazioni di pensiero e di iniziative?
Ricordiamoci di Pinocchio che spiaccica sulla parete il suo grillo parlante.
24 dicembre 2019