Neymar e Paolo due brasiliani , due storie, stessa pelle
Un calciatore, anzi il calciatore numero uno al mondo e un aspirante assistente di sala: l’uno dal Santos al Barcelona al Paris Saint Germain sotto contratto pluriennale milionario compravenduto per 220 milioni di euro; l’altro dalla scuola ad un albergo di Cervia, preapprovato con contratto a termine stagionale, quindi rifutato con sms una volta vista la foto del giovane, a supposto motivo che i clienti non avrebbero gradito un cameriere di colore.
Anche Neymar ha un colore abbronzato ma è il numero uno nel mondo calcistico e tutti i clubs se lo contendono; Paolo è un giovane di 22 anni le cui sole credenziali sono aver frequentato la scuola alberghiera; ma deve ancora superare la prova colore , importante a quanto pare nel settore alberghiero del servizio di sala, anche se la paga sarà di 1000 euro al mese.
I commenti si sono sprecati attorno alle due storie pubblicate contemporaneamente sui media:
– non bisogna contrastare le leggi di mercato, chi grida allo scandalo sugli azzardi milionari dei clubs lo fa solo per posizione ideologica e moralistica.
– al numero uno va il dovuto riconoscimento e non bisogna rafforzare i sentimenti di invidia etc.
– è una vergogna aver rifiutato l’assunzione di Paolo a motivo del colore della pelle, è una forma di razzismo inaccettabile nel 2017, ma l’imprenditore è stato onesto e non ha occultato il vero motivo.
-ha fatto bene il giovane a rendere pubblico il messaggio .
-ha ricevuto un invito dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
Poco si è detto sulla ormai acquisita e non respinta consapevolezza che ciò che realmente fa la differenza è il giro di quattrini generato.Quanto più esso è importante tanto più non si fanno sottigliezze.
Se Paolo fosse stato un grande cantante, un artista di talento , un numero uno dell’atletica,la sua presenza in sala non avrebbe apportato disdoro all’hotel ed i clienti avrebbero apprezzato la sua presenza; l’imprenditore avrebbe esposto fotografie dell’evento.
Il razzismo e il denaro
La ragion prima del razzismo, di ogni razzismo è nel denaro posseduto e nel business comunque collegato ad una persona o ad un gruppo di soggetti, anche se eterogenei per cultura, etnia, colore di pelle e via dicendo.
Ironie conseguenti
Ma una cosa Paolo poteva farla, per attenuare o mascherare la propria condizione e conseguire il lavoro: cercare di imitare Neymar, facendosi tatuare , proprio come ha fatto lui, copiando persino colori e disegni , previa leggera sbiancatura della pelle ove fosse occorso.
Chissà che i clienti, ammirando la bellezza dell’esecuzione su quel giovane corpo, lo avrebbero perfino scambiato per quel Neymar, felici di essere stati serviti da un sì ricco e unico talento!
6 agosto 2017